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Silvia Semenzin
L'amico

Silvia Semenzin

Ciao amico mio,

ho pensato a lungo alle parole giuste da scrivere, e le uniche che ho trovato parlano proprio della perdita di parole. È che da quando tu non ci sei non sono ancora mai riuscita a parlare del dolore che mi è rimasto addosso. È come avere dentro un vuoto incolmabile, proprio lì dove c’è il cuore, che non si riempirà mai più, e che non riesco ancora ad affrontare con serenità.

Ci conoscevamo da un anno quando te ne sei andato. Un anno sembra poco, ma io e te lo sappiamo che l’amicizia non conosce né tempo né spazio… ci siamo voluti bene da subito. Ricordo bene il giorno in cui ti ho conosciuto, a Palma di Mallorca. Sei arrivato portandoti dietro un turbine di allegria e ironia, e ti sono bastati cinque minuti di chiacchiere per farmi ridere fino alle lacrime. Quante stupidaggini che facevano ridere solo me e te! Siamo diventati amici da subito, tra un balletto a Magaluf e foto tamarre. Ma ciò che più ricordo di te in quel momento, Pit, è quanto mi avesse colpito la tua capacità di ridere di tutto nonostante la malattia… se non l’avessi saputo avrei detto che fossi la persona più serena del mondo, e invece dentro avevi un peso che nessuno di noi poteva capire. Se dovessi scegliere qualcosa da dirti ora ti direi GRAZIE… grazie per la prova di coraggio e gioia che sei stato, perché so che non conoscerò mai più qualcuno di così forte. Eri piccolo e magretto, ma avevi dentro un’energia e una voglia di vivere così contagianti, che non è giusto che ti siano state strappate.

Sai, non passa nemmeno un giorno senza la voglia di mandarti un messaggio, un video o sentire la tua voce. Il tuo ricordo lo custodisco gelosamente dentro di me, come se avessi paura che qualcuno me lo potesse portar via… siamo stati amici per troppo poco, è vero, ma il tempo insieme è prezioso e chiuso a chiave dentro al mio cuore.

A novembre sono stata ad una mostra di Kandinsky, e ti ho pensato tutto il tempo. Ci eravamo promessi che saremmo andati a vedere insieme un’esposizione a Verona, e così ho comprato il poster di un quadro e l’ho messo in camera. Quando lo guardo la mia anima vibra insieme ai colori e mi riporta da te. Mi manchi immensamente. Vorrei solo aver avuto più tempo… avevi così tanto dentro da dare, e io non ho avuto il tempo di scavare per trovare tutto. Penso solo che non sia giusto.

Scusami se non sono forte come te, non lo sarò mai credo, ma ti prometto che continuerò a fare di tutto per tenere vivo il tuo ricordo. Se tu fossi qui ora mi sfotteresti senza pietà, mi chiameresti di sicuro “Scemenzin” per farmi incazzare come una bestia e alla fine finiresti a farmi ridere di cuore con un dj-set condito da qualche stronzata delle tue! Volevo solo dirti che ti voglio bene e che mi manchi, ogni giorno di più. Mi sento come Dipré senza la Tommasi, come Bello Figo senza la pasta con tonno, come il Pagante senza il tavolo con la Belvedere!

Spero di continuare ad incontrarti almeno nei miei sogni, per riuscire ad entrare finalmente in quella stanza accanto dove sei andato a nasconderti. E tranquillo, Pittino, che nel frattempo ai video di Bello Figo e degli aerei che cadono da postare nella bacheca di Alvise ci pensiamo io, la Bona e i suoi piedi

Ti mando l’abbraccio più grande che esista, sperando che riesca a raggiungerti ovunque tu sia…

la tua amica

Silvia S.

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